Ne hanno fatta di strada, consideravano al termine di Penalteam/6, i ragazzi capitanati da Diegone Aversa. Eliminati ai quarti nella terza edizione, addirittura terzultimi in quella dopo. Poi la rinascita.
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E adesso l'Atletico Bolletta si presenta in campo come un team di "professionisti del dischetto". Tra i pali Stefano Bonardi, al secondo titolo individuale di "miglior portiere". A calciare un quintetto collaudato all'inteno del quale, da due edizioni, esce sempre il miglior rigorista della serata. Brugnone un mese fa, Roberto Muia stavolta. Gli altri? Percentuali altissime comunque.
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Anche stavolta, la loro è stata una cavalcata trionfale fino alla finale, vinta contro la new-entry Nazionabor dell'ottimo portiere Marco Fraschini e dell'infallibile Matteo "Bendtner" Celante che, da regolamento, a parità di rigori realizzati con Muia ha "pagato" la sconfitta di squadra. I Bolletta in finale sono infallibili. Sangue gelato, altro che freddo, e finisce 5-2, con un paio di rigori da "top-5".
Ancora terzi One shot one goal, che stazionano sempre ai piani alti della classifica finale, ma solo una volta sono riusciti a conquistare il titolo.
.La favola degli All Blacks, invece, si spezza un paio di volte. Prima quando capitan Varsallona fallisce il primo penalty, che se realizzato gli avrebbe regalato il record di rigori segnati consecutivamente (la sua striscia si ferma a 14). Poi in semifinale, battuti dalla Nazionabor, dopo che ai quarti si erano aggiudicati il sentitissimo derby dei "tutti neri" contro l'Olympyque Catanzaro.
La parabola dei Bolletta però insegna: il momento giusto può arrivare per chiunque. E durare anche più di un'edizione.
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Stefano Bonardi, due premi come "miglior pararigori" in bacheca